CinaCodice: L’occhio di Dio una realtà in Cina, addio privacy

Codice: L’occhio di Dio una realtà in Cina, addio privacy

Testo del reportage andato in onda su Codice, Rai 1, del 4/8/2017:

Tienanmen è considerata la piazza più grande del mondo. Certamente è quella con la maggiore concentrazione di telecamere di videosorveglianza. Non c’è angolo, per quanto remoto, che non sia scrutato 24 ore al giorno da questa selva di occhi elettronici. Il grande fratello, qui, è già una realtà. Ma un’altra invenzione cinematografica, God’s eye , l’occhio di Dio, di Fast and Furious sta per entrare nella vita di tutti i giorni. Per scoprire cosa ci riserva il matrimonio tra tecnologia di riconoscimento facciale e intelligenza artificiale, siamo andati a Shenzhen, la più giovane, più ricca, più innovativa metropoli cinese, 15 milioni di abitanti in un lembo di terra dove fino a 40 anni fa c’era solo un sonnolento villaggio di pescatori.

Chen Ning, amministratore delegato Intellifusion 
Il nostro chip, installano in una videocamera, trasforma le caratteristiche dei volti in dati e li confronta con i dati immagazzinati in una banca dati cloud. E’ un sistema veloce e accurato: è in grado di passare al setaccio centomilioni di volti in meno di un secondo.

Non è un futuro lontano ma realtà odierna. Il comune di Shenzhen ha finanziato un programma per installare in ogni videocamera pubblica il microchip che la trasforma in una sorta di occhio divino. Entro la fine di quest’anno, saranno 100 mila le videocamere a funzionare in questo modo. Entro il prossimo, tutte quelle disseminate in città.

Chen Ning, amministratore delegato Intellifusion 

Quando viene commesso un reato, oggi sono essere umani a controllare manualmente le immagini registrate dalle videocamere di sicurezza. Tra pochi anni, quando tutte le telecamere che ci sono in Cina, molti milioni, saranno equipaggiate con questo chip, una persona sospetta porrà essere individuata all’istante.

Chen Ning è un esperto di intelligenza artificiale. Ha lavorato negli Stati Uniti per dieci anni. Nel 2014 ha preso la decisione di rientrare in Cina, assieme ad un amico con lo stesso retroterra, Tian Dihong. Insieme hanno fondato Intellifusion, sull’onda del crescente interesse da parte del governo per il loro campo di ricerca. Una fiducia che si è rivelata ben riposta: nel 2015 hanno vinto un premio internazionale messo in palio dal comune di Shenzhen per attirare i migliori talenti. Sono arrivati lauti fondi, sussidi pubblici, capitali di rischio. Ora la start up ha 100 dipendenti. Il microchip sviluppato ha già dato buona prova di sé.

Han Yang, dir. sviluppo business Intellifusion 
A Capodanno, un bimbo di tre anni è stato rapito da un trafficante di esseri umani. Grazie al nostro sistema, in 12 ore la polizia ha trovato il bimbo e arrestato il trafficante. Senza videocamere intelligenti , il caso molto probabilmente non sarebbe mai stato risolto.

Nelle assise di marzo dell’Assemblea nazionale del popolo, la leadership cinese ha indicato nell’industria legata all’intelligenza artificiale uno dei settori prioritari da sviluppare. Da allora si sono moltiplicati gli investimenti da parte dei big cinesi dell’hi-tech. Ma già i dati dello scorso anno mostrano che la Cina è seconda solo agli Stati Uniti per investimenti in intelligenza artificiale. Le potenzialità di questo settore hanno avuto una verifica empirica, a maggio, nella città di di Wuzhen, una macchina pensante, Alpha go, ha umiliato i più grandi campioni di GO, un gioco 300 volte più difficile degli scacchi.
Il God’s eye sviluppato a Shenzhen promette di sventare attentati terroristici, scoraggiare atti criminali. Ma la prospettiva di essere riconosciuti all’istante ad ogni angolo di strada apre interrogativi inquietanti. Primo tra tutti, cosa resterà della privacy?

Chen Ning, amministratore delegato Intellifusion 
Ogni nuova tecnologia è una lama a doppio taglio. Il nostro obbiettivo è di rispondere al bisogno di sicurezza dei cittadini. Ma una cosa è certa: con lo sviluppo delle tecnologie, sicurezza e privacy sono destinate ad entrare sempre più pesantemente in conflitto.

Si calcola che nel 2020 ci saranno un miliardo di camere di sorveglianza nel mondo. Saremo più sicuri? Forse. Di certo meno liberi.

 

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Claudio Pagliara, giornalista e autore, racconto gli Stati Uniti al pubblico della RAII. Ho scritto “La tempesta perfetta. USA e Cina sull’orlo della terza guerra mondiale”, Edizioni Piemme

Comments (2)

  • serena

    inquietante, sempre più... bel servizio

    • Claudio Pagliara

      Proprio così , cara Serena: inquietante. Grazie

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