Corea del SudCittadini del mondo: Talenti italiani in Corea del Sud

Cittadini del mondo: Talenti italiani in Corea del Sud

Talenti italiani in Corea del Sud

Cittadini del mondo, Tv7 del 2/3/2018 su RaiPlay

Cittadini del mondo, il video sul mio canale YouTube

La Corea del Sud conosciuta solo per le tensioni con il Nord. Ma a Seoul c’e’ un nutrito drappelli di talenti italiani che hanno fatto di questa metropoli – capitale dell’11esima potenza economica mondiale – la loro seconda Patria. Non si considerano cervelli in fuga ma tutti tornerebbero volentieri, se solo l’Italia riconoscesse ciò che valgono. La Corea del Sud raccontata attraverso gli occhi di: Alberto Monti, celebrità della TV sudcoreana; Paolo Alfieri, Fabio Costa, Stefano Invernizzi, Gianfranco Presicci, dirigenti Samsung; Grazia Accardo e Domenico Frattini, ricercatori.

Testo integrale:

Alberto Mondi è sconosciuto nel suo Paese, l’Italia, ma qui, a diecimila chilometri di distanza, a Seoul, in Corea del Sud, è una star del video. All’ombra della nuova Lotte World Tower – la quinta più alta del pianeta con i suoi 555 metri – i fan lo fermano di continuo per fare selfie.

Alberto Mondi

Ho fatto un programma un po’ per gioco. Il direttore del casting mi ha convinto dicendo: “E’ solo una puntata, lo fai una volta e poi basta”. E poi in realtà quella puntata sono diventate 188 puntate perché quel programma fu un successo incredibile.

Alberto Mondi faceva tutt’altro. Con un master in economia e la padronanza del coreano, lavorava a Seoul per una società italiana. Quattro anni fa, il primo approdo sul piccolo schermo gli ha cambiato la vita. E’ diventato senza cercarlo una celebrità. Lo straniero più famoso di Corea. Oggi lo seguiamo durante la registrazione di programma di cui è ospite.

Alberto Mondi

Ci sono due signore, che vivono in campagna, che mandano i mariti da soli con le suocere. Quindi figurati, farebbe ridere anche in Italia. In studio guardiamo i video di cosa hanno fatto i mariti con le suocere. E’ un mezzo reality, perché ci sono le telecamere nascoste.

Seoul è una metropoli di 20 milioni di abitanti. Dista poche decine di chilometri dal confine con il minaccioso regno di Kim, la Corea del Nord. Eppure a Hongdae, il quartiere più trendy della capitale, non si avverte alcun segno di imminente pericolo.

Fabio Costa, direttore strategia di gruppo, Samsung

Quando venni in Corea, mi ricordo nell’estate del 2010. Un missile nordcoreano aveva appena affondato un mezzo navale sudcoreano. Non era il clima ideale. Tuttavia quando si arriva in Corea si capisce subito che il Paese non rappresenta necessariamente quello che noi possiamo anticipare, leggendo.

Gianfranco Presicci, direttore strategia di gruppo, Samsung

Il Paese è in stato di guerra. E nel momento in cui siamo arrivati qui, insieme ad altri italiani, altri stranieri, ovviamente eravamo tutti consapevoli di questo status. La realtà è che nel giorno dopo giorno noi non viviamo, non avvertiamo nulla di tutto ciò. L’eco che arriva dall’estero, siano notiziari della CNN, siano le telefonate preoccupate dei familiari, è comunque più ampio di quello che si sperimenta tutti i giorni.

Fabio e Gianfranco sono due dei cinque giovani talenti italiani che lavorano in Samsung. Tutti in comune hanno un master in Business Administration conseguito nelle più prestigiose università e il fuoco sacro di voler realizzare i propri sogni.

Paolo Alfieri, direttore strategia di prodotto, Samsung

Quando ho ricevuto l’offerta della Samsung, conoscevo l’azienda e mi interessava l’opportunità professionale ma sapevo poco del Paese. Però ero molto curioso di lavorare in Asia. D’altronde si parlava dell’Asia come motore della crescita globale da tanti anni, quindi mi sembrava un’opportunità importante.

Stefano Invernizzi, direttore innovazione, Samsung

Siamo davvero un bel gruppo di italiani. Effettivamente il gruppo con cui sono qui e’ speciale. Ed e’ vero, siamo riusciti ad avere posizioni importanti dentro la società.

La Samsung ha la sua sede centrale a Gangnam, il quartiere di Seoul reso famoso dagli oppa di Psy. E’ il più grande dei cosiddetti “chaebol”, conglomerati a conduzione familiare e vocazione globale, i pilastri del miracolo economico sudcoreano, che hanno fatto dell’innovazione il loro cavallo di battaglia.

Francesco Canganella, addetto scientifico, Ambasciata d’Italia a Seoul

La Corea attualmente insieme ad Israele è il Paese che più investe rispetto al PIL in ricerca e sviluppo, circa il 4,2%. Grazie a questa scelta sono riusciti a diventare l’undicesima potenza economica mondiale.

Basta varcare la soglia del Kist, l’Istituto di Scienze e Tecnologia, per rendersi conto che le ricerche condotte in Corea, con capitali pubblici e privati, coprono i settori industriali che hanno le più alte potenzialità di trasformare le nostre vite nel prossimo futuro. Grazia Accardo, salernitana, da due anni conduce qui una ricerca sulle celle a combustibile, la tecnologia alla base delle auto veramente verdi, che non sono quelle elettriche, ma all’idrogeno. Un futuro che è già realtà.

Grazia Accardo, ricercatrice

Soprattutto qui in Corea. Basti pensare a molti brand auto hanno già realizzato non solo prototipi, ma dei modelli che già funzionano a celle a combustibile.

Anche il marito di Grazia è un chimico, anche lui conduce una ricerca in Corea, in un istituto universitario. Li incontro a piazza Gwanghwamun, dove campeggia la statua di re Sejong, l’inventore del Hangul, l’alfabeto coreano.

Domenico Frattini, ricercatore

Questa è la “U”, questa e’ “O’, poi questa qua con i due pallini sono le doppie, rafforzate.

Assediato dai simboli della modernità nel cuore di Seoul si stende il tempio di Bongeunsa. Le radici religiose e culturali della Corea sono diverse dalle nostre. Eppure gli italiani che ci vivono si trovano generalmente bene.

Grazia Accardo, ricercatrice

Sull mondo del lavoro l’impatto e’ stato entusiasmante. Io sono stata catapultata in un Centro di ricerca eccezionale, con la possibilità di accedere a numerose apparecchiature scientifiche.

Paolo Alfieri, direttore strategia di prodotto, Samsung

Ho imparato a conoscere una cultura che e’ molto forte. Che e’ una cultura basata sulla possibilità di eseguire, di realizzare cose. E’ una cultura che mi ha insegnato che alla fine le cose si possono fare.

(INTERVALLO MUSICALE)

Gianfranco Presicci, direttore strategia di gruppo, Samsung

Seoul è una città estremamente organizzata, una grossa metropoli che permette di confrontarsi con delle realtà cosmopolitane, permette anche di avere accesso a divertimenti, realtà culturali.

Stefano Invernizzi, direttore innovazione, Samsung

A me e’ piaciuta molto la gente. Io dal primo momento mi sono trovato bene. E’ un Paese onestissimo.

Professionisti che si sono affermati a diecimila chilometri dall’Italia. Non tutti però si sentono cervelli in fuga.

Domenico Frattini, ricercatore

Io come ricercatore formato, avendo fatto studi specialistici, io devo andare all’estero. Il problema è ritornare in Italia.

Grazia Accardo, ricercatrice

La ricerca richiede degli investimenti. E purtroppo non sempre questi investimenti sono fatti. E non è possibile neppure il rientro in Italia.

Alberto Mondi

La voglia di tornare è tanta ma a un certo punto ti chiedi. Ha senso tornare in Italia, dove so che ci saranno difficoltà.

Vivere all’estero richiede spirito di adattamento. Ma da buon napoletano, Paolo una cosa non è disposto a cambiarla, la squadra del cuore.

Paolo Alfieri, direttore strategia di prodotto, Samsung

Solo il Napoli. Mi sveglio due volte a settimana alle quattro del mattino per vedere il Napoli. E quest’anno e’ un risveglio dolce. E mi auguro di poter celebrare da qui …. Beh, non lo dico per scaramanzia….

Claudio Pagliara, giornalista e autore, racconto gli Stati Uniti al pubblico della RAII. Ho scritto “La tempesta perfetta. USA e Cina sull’orlo della terza guerra mondiale”, Edizioni Piemme

Comments (2)

  • lorenzo Rossi

    Ci sono altri italiani in Ikea a Seoul

    • Claudio Pagliara

      Caro Lorenzo, sarà un piacere darne conto alla prossima occasione. Grazie per la segnalazione.

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