PoliticaOmbre nel buio
Migranti

Ombre nel buio

 

Di Claudio Pagliara. Riprese e montaggio: Anthony Sanfilippo. Producer: Stefano Corti  Tv7 30 aprile 2021

Fernando Nelson 

C’è molta delinquenza in Messico. Un cartello ci ha sequestrati. Ha preteso 2mila dollari per lasciarci andare. Sette  cugini che vivono negli Stati Unit hanno racimolato i soldi. Se non avessi pagato, quelli del cartello avrebbero ucciso me e il bambino.

Fernando e il figlio Manuel, che pollice al posto del ciuccio, ora dorme beatamente tra le sue braccia, vengono dall’Honduras. Hanno appena guadato il Rio Grande, che segna il confine tra il Messico e gli Stati Uniti. Il viaggio è durato 45 giorni. Fernando mi svela un piccolo segreto, il significato dei braccialetti colorati che i migranti hanno al polso quando arrivano in territorio americano.

Fernando Nelson 

Il colore indica il cartello che ha dato  il lasciapassare.

Lungo il tragitto dai paesi d’origine – centro e sud America -, fino al confine con gli Stati Uniti i migranti sono alla completa mercé di speculatori sulle disgrazie altrui e vere e proprie organizzazioni criminali: i coyote, le guide che li accompagnano e i cartelli della droga, che controllano il territorio. Tutti pretendono la loro parte.

In questa zona, solo questa notte, 150 migranti intercettati dalla polizia, molti con bambini, un viaggio di oltre un mese, che può costare fino a diecimila dollari.

Siamo nella Valle del Rio Grande, la regione più meridionale del Texas, il corridoio privilegiato per entrare illegalmente negli Stati Uniti.

I migranti guadano il fiume col favore delle tenebre. Arrivano a piccoli gruppi. Ogni notte più numerosi. Le famiglie e i bambini non accompagnati si consegnano spontaneamente alle guardie di frontiera. Gli adulti che non hanno bambini piccoli cercano di sfuggire alle pattuglie perché sanno che verranno rispediti immediatamente indietro. Questi sette migranti honduregni appena arrestatisi nascondevano tra i banchi del vicino mercato delle pulci. A spingerli fin qui, la disperazione

Manuel Gomez 

Non c’è lavoro per nessuno in Hoduras. Gli uragani hanno distrutto tutto; Siamo rimasti senza niente, Ci siamo ritrovati all’addiaccio. I miei familiari ora sono senza un tetto.

Sonia Martinez 

Aiutatemi, non chiedo altro.  Aiutatemi a restare. Veniamo a cercar lavoro, Nel mio paese non c’è niente da fare.

La temperatura è mite, ma le folate di vento che qui sono una costante schiaffeggiano gli indumenti bagnati di uomini, donne e bambini già provati dall’estenuante viaggio.

Gli agenti distribuiscono mascherine e coperte termiche, prendono le generalità di ciascuno.

Quasi tutti hanno con sé il numero di telefono di un parente, di un amico che già vive negli Stati Uniti. Nel linguaggio burocratico, sono chiamati “sponsor”: ex migranti che ora lavorano, spesso illegalmente, negli Stati Uniti e possono permettersi di pagare il conto salato dei trafficanti di essere umani.

Sonia Martinez 

Qui, ora, mi sento finalmente sicura al 100%. Qui sì. Ma in Messico, dove ci portano tutti, ci hanno rapito. Rapiscono tutti…

Nell’attesa dei pullman che fanno la spola tra il confine e la città più vicina, Mcallen, gli adulti vigilano, i bimbi si abbandonano al sonno. Lo sguardo perso nel buio di una madre racconta più di ogni parola    l’odissea senza fine della sua gente.

Questo fiume di sofferenza che si riversa negli Stati Uniti in piena pandemia scuote i palazzi della politica. Da quando Joe Biden è alla Casa Bianca, 200 mila migranti sono stati intercettati dalla polizia di frontiera. Tra loro, 20 mila minori non accompagnati E’ il numero più alto degli ultimi vent’anni.  L’opposizione accusa il nuovo Presidente di aver creato un crisi al confine, revocando le misure draconiane anti immigrazione imposte da Donald Trump. I minori non accompagnati non vengono più respinti per evitare che finiscano in cattive mani. E le autorità messicane ora non accettano più neppure i genitori con figli sotto i sei anni. La nuova realtà è una calamita, che sta mettendo sotto enorme pressione il sistema di accoglienza.

Suor Norma Pimentel, direttrice Carita, Rio Grande

I confini degli Stati Uniti restano chiusi. E’ così da quando c’è il Covid. Questo approccio, stabilito dalla precedente amministrazione, non è cambiato.  I migranti che arrivano al confine sono rispediti indietro. La nuova amministrazione ha cambiato approccio solo per due categorie: i minori non accompagnati e le famiglie con bimbi minori di sei anni che non vengono più accettati dal Messico. E i migranti che chiedono asilo. Questi sono quelli che ora vengono accolti negli Stati Uniti.

Da tre decenni, suor Norma è in prima linea nell’assistenza dei migranti. Lo scorso anno, la rivista Time l’ha messa nella lista delle cento personalità più influenti. Papa Francesco, in videoconferenza, l’ha voluta ringraziare pubblicamente per quello che fa. Non sta bene, che lo dica un papa, ma io lti amo, le parole che hanno trasformato le lacrime in sorrisi.

Il luogo di ristoro che suor Norma gestisce era in origine un pub. Lungo il bancone oggi si accalcano madri padri e bambi. I migranti arrivano qui dopo essere stati rilasciati dalle autorità con un documento dove è stabilito l’appuntamento con il tribunale che esaminerà il loro caso. Sono esausti. Con sé hanno solo un sacchetto di plastica con i loro pochi averi. I volontari li rifocillano, li aiutano a prendere contatti con i familiari disposti ad ospitarli. Tutti escono con un cartello su cui è scritto: “Non parlo inglese, aiutami  a prendere l’autobus o l’aereo giusto”

Ruspe lavorano senza sosta per espandere il centro migranti Donna, alle porte di Mcallen. Qui vengono portati in prima battuta i migranti arrestati al confine. Le immagini dei cubicoli di plastica dove in piena pandemia giacciono centinaia di adulti e bambini sono fonte di polemiche e imbarazzo.

Richard Cortez, giudice della contea di Idalgo (

La pressione si scarica nei centri di detenzione.  Strutture pensate per 300 persone ne ospitano ora 4 mila. È un problema.

A preoccupare maggiormente è l’afflusso è l’afflusso dei minori.  Corre voce che i genitori si separino volontariamente dai figli sapendo che in questo modo non verranno respinti una volta attraversato il confine. Si moltiplicano le storie strazianti. Due sorelline, 5 e 3anni, gettate come pacchi postali al di là del muro dai coyote. Un bambino in lacrime che dopo aver vagato da solo per ore nel deserto incontra finalmente una pattuglia della guardai di frontiera.

Richard Cortez, giudice della contea di Idalgo

Le organizzazioni criminali sono sempre alla ricerca di opportunità e qui ne hanno molte. Controllano alcune delle strade che conducono al Messico, conoscono la geografia del fiume. Lucrano sui migranti, che non hanno altra possibilità che pagare.

Il tratto di muro costruito sotto l’amministrazione Trump si staglia incompleto all’orizzonte. Mancano ancora i pali dell’illuminazione. Uno dei primi atti di Biden è stata la sospensione dei lavori. Ora però il Presidente deve fronteggiare un flusso migratorio senza precedenti.

Suor Norma Pimentel, direttrice Carita, Rio Grande 

La soluzione è varare una politica migratoria che tutti comprendano. Stabilire un canale per entrare legalmente negli Stati Uniti in modo ordinato e sicuro. Chi non lo rispetta, deve essere rimandato a casa, accertandosi che non corra pericoli.  E bisogna lavorare con i Paesi di origine, per stabilizzare la situazione e fare in modo che la gente non senta più il bisogno di fuggire.

Claudio Pagliara, giornalista e autore, racconto gli Stati Uniti al pubblico della RAII. Ho scritto “La tempesta perfetta. USA e Cina sull’orlo della terza guerra mondiale”, Edizioni Piemme

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