Speciale Tg1 5/7/2021
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Tuta mimetica, fucile in mano, passo veloce: una foto spettrale che entra nei libri di storia.
L’ultimo militare a lasciare il suolo afghano è il generale Chris Dònahue, comandate della mitica 82esima divisione paracadutisti, cui vengono affidate le missioni più difficili.
Appena le ruote del c -17 che lo riporta in patria si staccano dalla pista dell’aeroporto Hamid Karzai di Kabul, i talebani festeggiano a modo loro … sparando in un cielo buio come la pece. Il cerchio si chiude. L’Afghanistan è di nuovo nelle loro mani. Come venti anni fa.
Gli ultimi 15 giorni sono stati tra i più difficili.
La caduta repentina di Kabul, il 15 agosto; lo sforzo caotico e disordinato degli americani e dei loro alleati di evacuare concittadini e afgani che hanno aiutato la coalizione. E l’incubo terrorismo che si materializza il 26 agosto: un terrorista suicida dell’ISIS si fa esplodere tra la folla che si accalca ai cancelli dell’aeroporto di Kabul uccidendo 13 soldati americani e decine di civili afghani.
La clessidra del tempo fissato per la fine delle operazioni, il 31 agosto, si svuota in crescendo di tensione. Droni statunitensi uccidono due membri di spicco dell’ISIS e altri kamikaze pronti ad entrare in azione a Kabul. Razzi verso l’aeroporto sono intercettati dalla difesa aerea.
E’ il ritiro più anticonvenzionale della storia del esercito americano. .
123 mila persone sono messe in salvo dal ponte aereo della coalizione. Ma duecento cittadini americani e decine di migliaia gli afghani a rischio rappresaglia sono stati lasciati indietro. Armi sofisticate per miliardi di dollari sono finite nella mani dei nemici. E l’America a 20 anni dlal’11 settembre, nonostante le rassicurazioni del presidente Joe Biden torna a temere un attentato sul suo suolo.
(TITOLO)
Quel giorno
di Claudio Pagliara
Harrison
Non ero ancora nato. Ma ho visto in tivvù documentari sull’11 settembre. Mia madre era incinta di me e proprio quel giorno era andata in ospedale per un’ecografia.