GeopoliticaXi è avvertito!
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Xi è avvertito!

L’attacco statunitense ai tre siti nucleari iraniani di Fordow, Natanz e Isfahan invia un potente segnale al nuovo asse del male: Iran, Russia, Corea del Nord e la Cina, il grande burattinaio della stagione del disordine mondiale.


La decisione presa da Donald Trump di usare armi che solo gli USA hanno – la superbomba sgretola-bunker da 13 tonnellate di esplosivo – per riportare indietro di anni le aspirazioni nucleari di Teheran, costituisce un’escalation del conflitto in Medio Oriente. Comporta enormi rischi – quei rischi che i predecessori di Trump avevano cercato di evitare implorando gli ayatollah di negoziare senza mostrare i muscoli per timore di irritarli. L’Iran non potrà non compiere rappresaglie contro le forze statunitensi nella regione, alle quali il capo della Casa Bianca ha già promesso di rispondere con una forza ancora maggiore di quella utilizzata ieri: non ci sono dubbi che ora assisteremo a una spirale di violenza distruttrice molto difficile da invertire. Eppure, colpendo “la testa del serpente”, il più anacronistico dei regimi autocratici esistenti al mondo, la teocratica dittatura degli ayatollah, che ha già massacrato decine di migliaia di donne perché si rifiutano di indossare il velo islamico, e che non fa mistero di voler cancellare dalle mappe Israele, Trump restaura il bene più prezioso: la deterrenza.

Le immagini e i boati delle deflagrazioni che hanno sgretolato la montagna nelle cui viscere gli iraniani stavano avanzando a grandi passi verso l’obiettivo di dotarsi della Bomba hanno raggiunto all’istante i palazzi del potere nelle altre tre capitali del fronte antiamericano. Vladimir Putin non potrà non riflettere sulla determinazione del Presidente USA di vedere una fine alla guerra in Ucraina, che ha portato alla Russia solo centinaia di migliaia di soldati morti e feriti, un’economia di guerra alla lunga insostenibile e più NATO ai suoi confini, con l’ingresso nell’Alleanza di Svezia e Finlandia. Se continuasse a “menar il can per l’aia”, Trump prima o poi perderebbe la pazienza. Gli obiettivi non mancano, a partire dalle petroliere fantasma che consentono al Cremlino di aggirare l’embargo. Il “rocket man” di Pyongyang Kim Jong-un, che sulla povertà estrema del suo popolo si è fabbricato la bomba atomica, ci penserà due volte prima di rispondere positivamente a un’ulteriore richiesta del Cremlino di inviare “carne da macello” al fronte. Ricorderà quanto Trump gli disse all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite durante il suo primo mandato: “Il pulsante nucleare americano è ben più grande del tuo”.
L'imperatore. Donald Trump

Ma con ancora maggiore forza, l’ingresso degli Stati Uniti nella guerra contro l’Iran è un implicito altolà al Presidente cinese Xi Jinping. È Pechino il regista di un film che descrive gli Stati Uniti in inesorabile declino, e la Cina pronta a prendere il suo posto. Una trama che da oggi deve essere necessariamente riscritta. Gli occhi della dirigenza comunista, che nel tergiversare di Trump vedevano una conferma dell’incapacità dell’America di difendere i suoi alleati, devono ricredersi. Il capo della Casa Bianca ha dimostrato l’esatto contrario. Per il Dragone, la strada militare per ottenere la tanto promessa “riunificazione” della madrepatria con Taiwan si allontana. E Xi, resta con un pugno di mosche in mano: dopo aver promesso il rinascimento della Cina, deve gestire un’economia in crisi, una disoccupazione record e nella ragione non ha veri alleati, solo Paesi che lo temono, avendo fatto prevalere in tutti i contenziosi territoriali la legge del più forte

L’intervento americano contro l’Iran mostra che gli Usa posseggono armi di ineguagliabile potenza. Non solo. La modalità con cui si è arrivati alla decisione rende ancor più difficile per la dirigenza comunista prevedere la reazione statunitense in caso di invasione di Taiwan. Mantenendo fino all’ultimo aperta la porta del negoziato, mentre si preparava a bombardare i siti nucleari, Trump si conferma un leader imprevedibile, indecifrabile. Per Pechino lo scenario è paralizzante.

Come ho scritto nel mio ultimo libro, L’Imperatore. Donald Trump e l’alba di una nuova era, Edizioni Piemme, il Presidente americano predilige la via negoziale per risolvere i conflitti, ma crede che la Pace possa essere ottenuta solo dimostrando forza. Da oggi è chiaro che “America is back”, l’America è tornata, come Trump disse nel discorso al Congresso, citando in chiave polemica uno slogan del suo predecessore, Joe Biden.

Claudio Pagliara, giornalista e autore. Ho scritto "L'imperatore. Donald Trump, l'alba di una nuova era", Edizioni Piemme, 2025 e “La tempesta perfetta. USA e Cina sull’orlo della terza guerra mondiale”, Edizioni Piemme, 2023

Comments (4)

  • Grazia

    Grazie Claudio per la lucidità con la quale sai analizzare i fatti senza seguire la corrente dei finti buonisti che impera in RAI.

  • Paolo

    Grazie mille caro dottore! Ho acquistato il suo ultimo libro ed a breve lo inizio. Buon tutto e a risentirci.

    • Claudio Pagliara

      Caro Paolo, attendo il suo feedback sul libro, quando avrà finito di leggerlo. Grazie

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