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Stati Uniti
9 Aprile

Uvalde, l’ultima stage




Kristelle

Appena ho sentito le sirene della polizia sono uscita a vedere cosa accadeva. Ho visto molti poliziotti che cominciavano a circondare la scuola, i genitori preoccupati. Alcuni urlavano: vogliamo entrare nella scuola.  Dalla radio della polizia ho appreso che dentro c’era un uomo armato che sparava. E dopo un po’ dal portone della scuola sono spuntati i primi bambini in fuga, terrorizzati. Alcuni venivano portati via in barella in ospedale. Questa è una piccola citta, tutti conoscono tutti. Io conosco molti dei bambini. E’ straziante. E’ molto difficile. La nostra città non sarà mai più la stessa”.

La  casa dove Kristelle lavora come badante si trova proprio di fronte alla Robbe Elementary School. Martedì 24 maggio ha assistito all’inimmaginabile. Una strage degli innocenti: 21

Cultura, Stati Uniti
19 Febbraio

L’Angelo del Central Park




La giornalista e scrittrice Maria Teresa Cometto ha ricostruito la misteriosa storia di Emma Stebbins, la scultrice che a metà Milleottocento realizzò l’Angelo delle Acque, la statua che campeggia sulla fontana di Bethesda, al Central Park di New York. Claudio Pagliara ha intervistato l’autrice.

 

Politica, Stati Uniti
12 Novembre 2022

Arizona Midterm




Gail Kocourek, direttrice Tucson Samaritans

Siamo Amici. Siamo Samaritani.

Cristina Solheim, Tucson Samaritans

Abbiamo acqua e cibo.

Gail Kocourek

Il mio nome Gail, ho 71 anni. Da nove anni, con i Tucson Smaritans, andiamo alla ricerca
di persone- crediamo che gli aiuti umanitari non siano mai un crimine. Quindi cerchiamo
persone per dar loro aiuto: cibo, acqua, vestiti e medicine. Non ci è permesso trasportare
persone in auto. Possiamo solo dar loro assistenza se sono in pericolo di vita.

Stati Uniti
28 Settembre 2022

“Meloni? Una patriota” Parla al Tg2 Edward Luttwak

Uncategorized
3 Gennaio 2022

Aborto negli USA: L’Eterna battaglia




TV7 DEL 15 OTTOBRE 2021

TESTO

Stephannie Chafee, Hope Medical Center for Women, Loisiana 

Le donne del Texas che vengono qui sono disperate.

L’Hope Medical Group for Women, a Shreverport, in Louisiana, è un fortino assediato. Fuori i cartelli assertivi di manifestanti antiabortisti. Dentro l’angoscia di donne che non vendono luce in fondo al tunnel della loro vita.

Linda, 33 anni, ha guidato da sola per quattro ore, nella notte, dal Texas per venire in questa clinica che effettua aborti.

Linda 

Ho già tre figli, e sono sola. E non per scelta. Se dovessi tenermi questo bimbo, non so cosa potrebbe accadere. Impazzirei. E chi è contro non lo capisce.

Il Texas, secondo stato per numero di abitanti, ha la legge più restrittiva degli Stati Uniti in materia di aborto. Il governatore, il repubblicano Greg Abbot, l’ha firmata il 19 maggio scorso, circondato dai deputati che l’hanno voluta. È entrata in vigore il 1° settembre. E da allora, le cliniche degli Stati limitrofi, come questa, sono prese d’assalto da donne texane che vogliono abortire. 

Stati Uniti, Terrorismo
15 Settembre 2021

Per sempre Ground Zero




TV7 del 10/9/2021: Per sempre Ground Zero 

Emma Calvi

Mio figlio era un ragazzo molto gioioso, affettuoso. Qualsiasi cosa era: mamma, mamma, mamma. Era sposato, però la sera, quando io tornavo, lui veniva qua, si sedeva in cucina. A lui piaceva il pane, però gli piaceva il pane che compro io, il pane italiano non il pane americano.

La “napoletana” sul fuoco finché l’acqua non bolle, Il caffè versato in tazzine di porcellana, il profumo intenso che inonda la casa.  Emma e Mario hanno conservato un forte legame con la loro terra d’origine, anche se sono emigrati negli Stati Uniti negli anni Sessanta.

Geopolitica, Stati Uniti
6 Settembre 2021

Quel Giorno: 11 settembre, venti anni dopo




 

Speciale Tg1 5/7/2021

Per vedere il video. cliccate qui sotto

Quel Giorno: Speciale Tg1 5/9/2021

Quel Giorno: Speciale Tg1 5/9/2021

Tuta mimetica, fucile in mano, passo veloce: una foto spettrale che entra nei libri di storia.

L’ultimo militare a lasciare il suolo afghano è il generale Chris Dònahue, comandate della mitica 82esima divisione paracadutisti, cui vengono affidate le missioni più difficili.

Appena le ruote del c -17 che lo riporta in patria si staccano dalla pista dell’aeroporto Hamid Karzai di Kabul, i talebani festeggiano a modo loro … sparando in un cielo buio come la pece. Il cerchio si chiude. L’Afghanistan è di nuovo nelle loro mani. Come venti anni fa.

Gli ultimi 15 giorni sono stati tra i più difficili.

La caduta repentina di Kabul, il 15 agosto; lo sforzo caotico e disordinato degli americani e dei loro alleati di evacuare concittadini e afgani che hanno aiutato la coalizione. E l’incubo terrorismo che si materializza il 26 agosto: un terrorista suicida dell’ISIS si fa esplodere tra la folla che si accalca ai cancelli dell’aeroporto di Kabul uccidendo 13 soldati americani e decine di civili afghani.

La clessidra del tempo fissato per la fine delle operazioni, il 31 agosto, si svuota in crescendo di tensione. Droni statunitensi uccidono due membri di spicco dell’ISIS e altri kamikaze pronti ad entrare in azione a Kabul. Razzi verso l’aeroporto sono intercettati dalla difesa aerea.

E’ il ritiro più anticonvenzionale della storia del esercito americano. .

123 mila persone sono messe in salvo dal ponte aereo della coalizione. Ma duecento cittadini americani e decine di migliaia gli afghani a rischio rappresaglia sono stati lasciati indietro. Armi sofisticate per miliardi di dollari sono finite nella mani dei nemici. E l’America a 20 anni dlal’11 settembre, nonostante le rassicurazioni del presidente Joe Biden torna a temere un attentato sul suo suolo.

(TITOLO)

Quel giorno

di Claudio Pagliara

 

 Harrison

Non ero ancora nato. Ma ho visto in tivvù documentari sull’11 settembre. Mia madre era incinta di me e proprio quel giorno era andata in ospedale per un’ecografia.

Uncategorized
2 Luglio 2021

New York, le arie d’opera italiane al Central Park




Le arie d’opera italiane al  Central Park. Per questa edizione il titolo non poteva che essere “Rebirth”: rinascita. Sì’ perché il concerto è una pietra miliare della rinascita della musica  a New York. E non è un caso che in questo primo concerto del dopo pandemia la bacchetta sia impugnata da un direttore d’orchestra italiano, il maestro Alvise Casellati. C’è un legame speciale tra  nostro Paese la  grande mela.

Alvise Casellati, direttore d’orchestra

E’ un piccolo miracolo per la città. un piccolo miracolo per chi ha organizzato, per noi. E’ stata una fatica immane questa volta. Ma è una doppia gioia: è il primo grande concerto, il primo concerto d’opera della città di New York. Siamo arrivati per primi.

L’orchestra è formata da musicisti del Metropolitan Opera e della New York Philharmonic. Le voci sono quelle di tre star del Metropolitan:  Jennifer Rowley, Stephen Costello e Gabriella Reyes.

Il programma del concerto, in collaborazione con l’Istituto italiano di Cultura di New York, è  un omaggio al tenore Enrico Caruso, nel centesimo anniversario della sua scomparsa.

Eseguite arie di opere  di Verdi, Donizetti, Rossini e Puccini. Uguale entusiasmo sui volti dei musicisti e degli spettatori.

Alvise Casellati, direttore d’orchestra

Trovare il pubblico è un’emozione, sentire gli applausi, la gioia,. la vita che riparte… E indescrivibile.

Spettatrice

Vedere in questi ultimi mesi la città rifiorire. Questi eventi all’aperto rinascere. E’ proprio una grande gioia.

Finalmente un concerto dal vivo, senza distanziamento, senza mascherine, come consentono le direttive delle autorità sanitarie quando si raggiunge, come a New York, la soglia del 70 per cento di vaccinati.

News, Stati Uniti
30 Giugno 2021

Il rabbino Shaul Robinson: “Le nuove sfide della comunità ebraica di New York”

Shalom.it: Intervista a Shaul Robinson, rabbino della “Lincoln Square Synagogue di New York, di Claudio Pagliara

Shaul Robinson mi accoglie con un sorriso smagliante. Affronta le sfide della post pandemia con l’ottimismo della ragione. E’ certo che anni meravigliosi seguiranno a quello orribile che ci stiamo mettendo alle spalle. Dal 2005 è rabbino capo della sinagoga “Lincoln Square”.  Una comunità ortodossa moderna tra le più variegate, per età, status sociale, estrazione economica. Riflette la realtà dell’upper-west side di Manhattan, un mix di banchieri, professori universitari, scrittori, poeti, artisti. La sinagoga, che è stata inaugurata nel 2013, è la più grande costruita a New York in mezzo secolo. Ha 429 posti e si trova di fronte al Lincoln Center, nell’area dei teatri di Broadway, a poca distanza dai grandi musei.

La sua comunità come sta vivendo l’uscita dalla pandemia?

Il Covid ci ha colpiti quando ci preparavamo a festeggiare il Purim, occasione di grandi raduni. Abbiamo chiuso le sinagoghe prima che chiudessero gli altri luoghi di culto. Nessuno immaginava che l’emergenza sarebbe durata così a lungo.  Ora stiamo affrontando la sfida della ripresa.  Abbiamo riaperto da un anno. All’inizio molti avevano paura.  Ma pian piano è tornata la

News, Stati Uniti
30 Giugno 2021

Antisemitismo in USA: intervista a Oren Segal

Shalom.it: intervista a Oren Segal, Anti Defamation League  

A Times Square, nel cuore di Manhattan, un ragazzo ebreo è stato malmenato da manifestanti filo palestinesi violenti. Un episodio analogo a Brooklyn. A Los Angeles, aggrediti alcuni ebrei in un ristorante. In un’altra parte della metropoli, le telecamere di sicurezza hanno mostrato un ortodosso in fuga, inseguito da un corteo di auto sulle quali sventolavano bandiere palestinesi. A Chicago danneggiata una sinagoga. Il conflitto tra Israele e Hamas ha portato alla luce un fenomeno allarmante. L’antisemitismo ha fatto breccia anche negli Stati Uniti, che si credevano se non immuni almeno migliori dell’Europa. L’appello a condannare gli episodi di antisemitismo, lanciato da diverse organizzazioni ebraiche, è stato accolto dal presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. “Gli attacchi agli ebrei sono deprecabili e devono cessare” – ha scritto in un tweet -.  “L’odio non deve avere diritto di cittadinanza, né all’estero né in patria”.

L’impennata di casi di antisemitismo non è stata un fulmine a ciel sereno per chi monitora costantemente il fenomeno. Oren Segal, vice presidente del Centro sull’Estremismo dell’Anti Defamation League, da tempo punta l’indice sul ruolo che i social media giocano nel fare da cassa di risonanza ai messaggi di incitamento all’odio. Lo abbiamo intervistato.

Da quando è esploso il conflitto, l’Anti Defamation League ha registrato un aumento del 63 per cento di incidenti antisemiti rispetto al periodo precedente.

È un balzo spaventoso. È accaduta la stessa cosa in passato o è un fenomeno nuovo?

Storicamente, ogni volta che c’è stato un conflitto tra Israele e i suoi vicini, Hamas, Libano, sono state organizzate manifestazioni e cortei di protesta nel Paese e in alcuni casi ci sono stat episodi di antisemitismo. In una certa misura, ciò che è accaduto in questi giorni ha similitudini con il passato. Ma ci sono due importanti differenze. In primo luogo, questa volta ci sono stati aperti atti di violenza. A New York, ad esempio, ebrei sono stati malmenati in strada. Lo stesso è accaduto a Los Angeles. In secondo luogo, il ruolo giocato dai social media è stato maggiore che in passato. Twitter, Facebook, TikTok hanno veicolato una campagna di antisemitismo di ampiezza mai vista. Sono stati coinvolti un numero maggiore di internauti e un numero maggiore di piattaforme.