Archivio 'Netanyahu'

News, Politica
26 Settembre 2011

A casa vittoriosi ma senza speranza

Cari Amici, pubblico sul mio blog l’analisi che ho scritto per l’Occidentale sul duello Netanyahu – Abu Mazen all’Assemblea Generale dell’Onu:

Missione compiuta. Il presidente dell’Autorità’ Palestinese Mahmoud Abbas, Abu Mazen, a Ramallah a dispetto della giornata insolitamente uggiosa ha annunciato che la “primavera palestinese” e’ nata, davanti ad una folla festante che per chi ha memoria storica ricordava tragicamente quella che accolse Yasser Arafat di ritorno da Camp David. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu a Gerusalemme ha convocato il “Consiglio dei sette”, la cui stessa esistenza getta un’ombra sulla sua capacità di leadership, per condividere con i più importanti membri della sua coalizione la soddisfazione per aver trasformato Barak Hussein Obana in Theodor Herzl e di aver piegato il Quartetto alle sue posizioni, negoziati senza pre-condizioni Entrambi soddisfatti, i due leader, dei rispettivi discorsi davanti all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Peccato che le loro parole suonino come una orazione funebre per la morte del bene più prezioso: la speranza.

Ripercorriamoli questi “storici” discorsi. Abu Mazen, ha rispolverato tutto l’armamentario retorico palestinese contro Israele: potenza occupante, pulizia etnica, apartheid. Ha condannato il terrorismo, è vero, ma enfatizzando quello “di Stato” dei coloni. Ha parlato di radici musulmane e cristiane della terra che rivendica, tacendo su quelle ancora più antiche e profonde dell’ebraismo. Ha

Politica
25 Maggio 2011

Netanyahu, al Congresso una vittoria di Pirro? – L’Occidentale

Su l’Occidentale, il mio commento al discorso di Benjamin Netanyahu al Congresso americano.

Per andare all’articolo, clicca qui . Di seguito il testo

Gerusalemme. “Il Congresso sionista” ironizza Yedioth Ahronoth, il più letto quotidiano israeliano. Durante il suo discorso al Congresso degli Stati Uniti, Benjamin “Bibi” Netanyahu è stato applaudito 45 volte e la platea gli ha reso onore scattando in piedi 31 volte, registrano i cronisti. Se le stesse parole le avesse pronunciate alla Knesset, sarebbe stato interrotto sì, ma dai fischi dei deputati arabi, alcuni dei quali parlano come i leader di Hamas, dalle rimostranze dei rappresentanti dei coloni, furiosi per l’ammissione del premier che “alcuni insediamenti resteranno al di là dei confini di Israele”, dai mugugni dei partiti religiosi, per quella disponibilità “a soluzioni creative” su Gerusalemme, anche se offerta nel contesto della ferma determinazione a non dividere mai la città santa. Il contrasto tra le assise parlamentari dei due Paesi è balenato nella mente del premier israeliano, che rivolto ai deputati statunitensi ha detto loro: “Pensate, guys, di essere duri, gli uni verso gli altri, qui al Congresso? Venite per un giorno alla Knesset. Siete miei ospiti”.

L’accoglienza è stata calorosa e bipartisan ma non unanime. Il potente Presidente del Comitato per le Relazioni Estere, John Kerry, uno dei più vicini

Politica
26 Marzo 2010

L’Ossessione di Netanyahu: spaccare Kadima

Netanyahu ha impegnato una eccezionale quantità di energie nel suo primo anno da premier per cercare, finora invano, di spaccare Kadima, il partito di opposizione guidato da Tzipi Livni. Motivo: guadagnare quella libertà di movimento che gli è attualmente negata da un governo sbilanciato a destra. Troverete tutta l’analisi nel mio articolo pubblicato su “L’Occidentale”.

Per leggere l’articolo sull’Occidentale, clicca qui