Archivio 'Società'

News, Politica, Religioni, Società
7 Agosto 2011

Un altro possibile Medioriente….

Questa sera ho partecipato all’ Iftar, la cena che rompe il digiuno nel mese di Ramadan, a Rahat, citta’ beduina nel Negev. L’invito mi era stato rivolto dall’Avraham Fund, una istituzione che promuove la coesistenza tra arabi e israeliani. Alla cena hanno partecipato autorita’ religiose e politiche locali:  musulmani, ebrei e cristiani. I due co-direttori, Ammon Be’eri Sulitzearu e Mohammad Darawshe mi hanno spiegato  che l’iniziativa intende inviare un  messaggio al governo: Israele e’ una societa’ multiculturale e multi religiosa e necessita di politiche conseguenti. Alle 19.40 in punto, il muezzin ha intonato la preghiera che segna la fine del digiuno. Un nutrito gruppo di beduini, incapaci di resistere alla tentazione della tavola imbandita di tutto punto, gia’ da qualche minuto  avevano  intinto la pita nell’humus. Non e’ cosa che accade spesso  vedere uomini con il dishdasha, l’abito tradizionale bianco e poliziotti con la kippa mangiare gomito a gomito. Alcune scene le ho catturate con la camera dell’Iphone. Ve le propongo, in segno di speranza. Il Medioriente puo’ essere diverso…

Politica, Società
4 Agosto 2011

Le sei “tende” di boulevard Rothschild

Scena esilarante, ieri sera, a boulevard Rothschild.  Ben sei diversi cortei, con i programmi più disparati, si sono ritrovati  a marciare verso la tendopoli di Tel Aviv divenuta il simbolo del malessere  del Paese.

I poliziotti, di solito molto seri durante nell’esercizio delle loro funzioni,  non sono riusciti a trattenere il sorriso quando ai due lati del boulevard si sono contrapposti due singolari gruppi: quello  dei lavoratori caseari e quello degli animalisti, i primi  contrari alla riduzione delle tasse sulle importazioni di formaggio,  i secondi arrabbiati per lo sfruttamento intensivo delle mucche. L’ilarità della scena ha raggiunto l’apice quando  un dimostrante del secondo gruppo ha invitato i manifestanti del primo a bere il proprio latte invece di quello degli animali d’allevamento, ottenendo per tutta risposta il consiglio di bere latte per curarsi la demenza precoce.

A convergere verso la tendopoli anche due cortei di giovani di destra.  La lotta contro il caro casa non è patrimonio di una parte politica, questo il messaggio. Ma le due manifestazioni avevano slogan diversi. Per il primo gruppo, la soluzione  è nell’accelerare le costruzioni negli insediamenti in Cisgiordania; per il secondo gruppo questa opzione non è all’ordine del giorno.

Poco lontano,  i manifestanti per la liberazione di Gilad Shalit, che si sentono vicini allo spirito della tendopoli di Tel Aviv si sono ritrovati fianco a fianco con  i riservisti, venuti per dimostrare con i giovani  accampati non sono hippie fuori stagione, come la destra tende a descriverli, ma la spina dorsale del Paese, gente che come loro è andata alle armi e è pronta ad impugnarle di nuovo in caso di necessità.

Una cacofonia di voci, specchio di un Paese che ha la democrazia nei cromosomi.

Cultura, Politica, Religioni, Società, Terrorismo
23 Aprile 2011

Quest’anno a Gerusalemme – Tg2 Dossier

Questa sera, sabato 23 aprile, alle 23,40,  su Tg2 Dossier, va in onda il mio documentario intitolato: “Quest’anno a Gerusalemme”: la Gerusalemme ebraica e musulmana nelle storie intrecciate di  due dottori dell’Ospedale Hadassa, un modello di coesistenza; la Gerusalemme  nascosta dei tempi di Gesu’ visitata con una guida d’eccezione, l’archeologo Dan Bahat; la Gerusalemme multietnica in un tour gastronomico  del  mercato di Mahne Yehuda; la Gerusalemme ultraortodossa, in un matrimonio celebrato con tutti i crismi.

Condividete il link, grazie!

Società
19 Aprile 2011

Egitto, islamisti all’attacco

Islamisti all’attacco nella città meridionale di Qena, in Egitto. La nomina di un governatore cristiano copto  ha scatenato la protesta dei salafiti. Bloccate  le strade principali della città.  I dimostranti chiedono la rimozione del governatore cristiano, sostenendo che non applicherà alla lettera la legge islamica. Come dar loro torto?

Nell’Egitto del dopo Mubarak, gli islamisti, che erano rimasti alla finestra durante i moti di piazza Tahrir, stanno mostrando sempre più apertamente il loro vero volto. A essere preoccupata è proprio la “Facebook Generation” che aveva guidato la rivolta contro l’ultimo dei Faraoni.  L’Occidente, invece,  tace…

Società, Terrorismo
14 Gennaio 2011

Marya, il cuore degli israeliani vince sulla burocrazia

Marya, 10 anni,  potrà restare in Israele per curarsi. Assieme al padre e al fratello, che non la lasciano mai sola, ha ottenuto il permesso di residenza. A concederlo, il ministro dell’Interno Ishai. Appena la notizia si è diffusa, molti occhi si sono riempiti di lacrime di gioia all’ospedale di Gerusalemme, dove da 5 anni è ricoverata.

Marya è una bambina palestinese di Gaza.. Il cielo le è letteralmente crollato addosso, la mattina del 20 maggio del 2006, quando un missile israeliano ha centrato  l’auto di un terrorista, a pochi metri dalla sua. L’onda d’urto le ha portato via la madre, la nonna e un fratello. Lei è stata tirata fuori dalle lamiere in fin di vita e  trasferita in Israele. Ce l’ha fatta, ma è rimasta paralizzata dal collo in giù.

Gli ospedali di Gaza non sono  attrezzati per le cure di cui ha bisogno. Per le autorità israeliane un dilemma. Da un lato il timore di stabilire un precedente, concedendole la residenza. Dall’altro la pressione dell’opinione pubblica, favorevole ad una soluzione umanitaria.

Alla fine hanno vinto le ragioni del cuore su quelle di stato.

Marya  ha ottenuto la residenza temporanea. Tra qualche tempo  diventerà cittadina israeliana a tutti gli effetti. In ospedale ha imparato l’ebraico. E da tre anni ogni mattina va a scuola . Con ottimi risultati, assicurano gli insegnanti, soprattutto in matematica.

Cultura, Politica, Religioni, Società
25 Ottobre 2010

Ultraortodossi, il fronte interno di Israele

Uno degli aspetti più controversi e meno conosciuti all’estero di Israele è il trattamento “a 5 stelle” che lo Stato riserva alla comunità ultraortodossa. I “charedim” (la ch ha un suono gutturale), questo il termine ebraico, hanno un sistema scolastico autonomo, quello delle yeshivot, scuole religiose, foraggiato dallo Stato, dove i ragazzi maschi studiano, a tempo pieno i testi sacri e poco altro.

Quando lo Stato di Israele fu fondato, solo una esigua minoranza della popolazione conduceva una vita ultraortodossa. Oggi, i charedim superano il 10 per cento, una percentuale in crescita vista la loro propensione alla procreazione (una famiglia media ha 7 figli). Laici, tradizionalisti, religiosi non charedim  lamentano la tendenza degli ultraortodossi ad auto escludersi  dal mondo del lavoro e dal servizio militare, per didecare tutta la loro vita agli studi religiosi, trasformandosi così in un fardello per la società.

Il conflitto, un vero e proprio fronte interno, è tornato  alla ribalta la settimana scorsa, quando i leader politici degli ultraortodossi, che sostengono il governo Netanyahu, hanno minacciato di non votoare la legge finanziaria se non si troverà un modo per aggirare la sentenza della Corte suprema che nel 2000 ha dichiarato illegittime le borse di studio (centinaia di milioni di dollari) date agli studenti delle yeshivot perché violano il principio dell’eguaglianza.

A infiammare il dibattito, giunge oggi lo sfogo senza precedenti di uno studente di una yeshiva a Ynet. “Lo Stato ci finanzia, perché dovremo lavorare?”, si chiede facendo appello al governo affinché non ceda al ricatto dei partiti religiosi.  Un monologo affascinante, che apre un raro  squarcio in un modo ermetico. Ne raccomando la lettura a chi è interessato a conoscere anche aspetti meno noti di Israele, al di là a quello mediatizzato del conflitto con il mondo arabo.  Per leggere l’articolo, clicca qui

News, Società
3 Ottobre 2010

Oktoberfest Palestine style

Taybe. Per due giorni, la birra e’ scorsa a fiumi a Taybe, un villaggio cristiano, duemila abitanti appena, a pochi chiletri da Ramallah. Ieri e oggi si e’ svolta la sesta edizione dell”Oktoberfest. Si’, proprio cosi’ l’ha chiamato Nadim Khoury, il proprietario della locale fabbrica di birra. Solo che non siamo a Monico di Baviera ma in Palestina. Sul palco si sono alternati gruppi musicali , alcuni in bellissimi abiti tradizionali . In platea, boccale in mano, ragazzi e ragazze, cristiani e musulmani, palestinesi e turisti. E, sopresa, anche alcuni ebrei israeliani. Taybe si trova nell’area cosidetta B. Significa che gli israeliani ci possono andare ma devono stare attenti.

Per Khoury, la produzione di birra made in Palestina e’ qualcosa di piu’ di un busness, e’ anche il suo  personale contributo al rebranding della Palestina. Ci tiene a dimostrarmi, cifre alla mano, che le vendite di birra in Cisgiordania superano di gran lunga le capacita’ di consumo della minoranza cristiana. In altre parole, la birra Taybe e’ bevuta  anche dai musulmani, nonostante l’alcool sia vietato dal Corano.  E per renderla   accettabile anche dai cultori dell’ortodossia, Khoury da due anni ne produce una variante analcoolica. Le  foto sono state scattate dalla collega Alessandra Da Pra. Cin cin!

Cultura, News, Religioni, Società
7 Settembre 2010

Miracolo a Gerusalemme

Per un curioso gioco dei rispettivi calendari, quest’ano  ebrei e musulmani celebrano le loro ricorrenze religiose piu’ importanti negli stessi giorni. Domenica 5 settembre, di ritorno da Washington, per evitare di crollare addormentato all’ora sbagliata, mi sono lanciato in una passeggiata notturna nella citta’ vecchia. Per i musulmani era la Lailat ul-Qadr, la notte quando, secondo la tradizione, Maometto ha ricevuto il Corano. Per la ricorrenza, 300 mila fedeli sono andati a pregare sulla spianata delle Moschee.

A pochi metri in linea d’aria, il Muro del Pianto era preso d’assalto dagli ebrei che nei giorni precedenti lo Yom Kippur recitano le “slichot”, letteralmente “scuse”, ovvero chiedono perdono per i peccati.

Vivo a Gerusalemme da 7 anni. E’ la prima volta che due ricorrenze cosi’ importanti vengono celebrate senza tensione alcuna.

Nei prossimi giorni gli ebrei celebrano Rosh Ha Shana, il loro capodanno e i musulmani l’Eid al-Fitr, i tre giorni di festa grande che pongono fine al lungo mese di Ramadan. Nelle rispettive lingue, i miei personali auguri: Shana tova e Eid said.

Società
30 Luglio 2010

I gay conquistano la Knesset

Claudio porta la kippa, il copricapo ebraico, ed è osservante. Ieri, durante la “Love parade” di Gerusalemme ne indossava uno arcobaleno, i colori del movimento omosessuale. “Ci creda o no, lavoro per una organizzazione ultra ortodossa” – mi dice mentre entra, assieme a i tremila partecipanti al corteo, nel Rose

Garden della Knesset. Claudio è nato negli Stati Uniti, in California. Vive da 11 anni a Gerusalemme. Ha scelto di immigrare (ha fatto “alya”) in terra di Israele, per motivi religiosi, a dispetto della sua omosessualità. Ma non immaginava quanto sarebbe stato difficile essere ebreo osservate e gay nel cuore pulsante dell’ebraismo.

Il vice sindaco di Gerusalemme, l’ortodosso Yitzhak Pindrus ha avanzato l’odiosa richiesta di autorizzare una “parata di asini” in concomitanza con la “love parade” perché, a suo dire,  l’omosessualità trasforma l’uomo in bestia.

In questo clima, un successo per il movimento gay aver attraversato le strade della città santa a tre religioni senza incedenti e aver ottenuto, per la prima volta, il permesso di raggiungere la Knesset, il tempio della democrazia israeliana. La marcia segnava il primo anniversario dell’assalto ad una discoteca gay di Tel Aviv, costato la vita a 2 persone. I responsabili sono ancora ignoti.  “La tolleranza è sacra” ha scritto un manifestante su un cartello. Sì, la tolleranza è santa almeno quanto Gerusalemme.